Siamo fortunati e molto.
Stiamo vivendo una grande stagione una rivoluzione culturale. Presenziamo in un' epoca in cui la fotografia è diventata veramente patrimonio di tutti.
Con la diffusione prima delle fotocamere digitali, reflex e compatte e poi degli smartphone, tutti ora sono nella possibilità di produrre buone immagini.
Fare fotografie equivale a esprimersi. Possiamo raccontare una nostra sensazione, un nostro stato d'animo, ma si può anche narrare una storia un evento a cui siamo testimoni.
Insomma la fotografia è un linguaggio e come tale ha le sue regole precise che vanno studiate, conosciute e infine usate.
Scrivere con la luce è un linguaggio perché serve a comunicare.
Ovvero a mettere in comune un significato, a volte immediato ben definito altre volte più complesso e maggiormente interpretabile.
Tutti possono farlo, dato che esiste la libertà di espressione, c'è chi lo fa meglio e chi meno bene. Importante è che ci sia il desiderio di apprendere, di sperimentare e migliorarsi.
Il che non vuol dire solo possedere un' attrezzatura sempre più moderna e costosa, ma conoscere quelle regole di cui parlavo prima e usarle correttamente.
Fotografia e Ginnastica Ritmica
Noi ci occupiamo di sport, di ginnastica ritmica. Le nostre immagini raccontano sopratutto gli eventi, le gare e descrivono le location dove avvengono.
A volte riusciamo anche, tramite i ritratti, a tratteggiare i "lineamenti" dei personaggi che ruotano in questa disciplina, a metterli in relazione fra loro e con il loro ambiente.
Questi forse sono gli scatti più interessanti perché descrivono i caratteri, non solo somatici, le personalità delle atlete, delle allenatrici, delle tecniche e dei giudici.
Sono le foto che, a mio giudizio, andrebbero osservate con più attenzione perché sempre ricche di particolari e indizi che raccontano questo mondo come altri linguaggi non possono.
Va sottolineato anche che un racconto scritto non ha la validità di una foto. Essa è anche la prova di quello che si vede ed è successo. Con le parole posso dire ciò che voglio, con le fotografie modificare la realtà è più complesso. Noi eravamo li e questo è quanto.