In passato avevo già toccato questo argomento, ma recentemente mi sono ritrovata a leggere un’ intervista alla psicologa dello Sport Patricia Ramírez .
La Dottoressa Ramírez ha evidenziato uno dei problemi che stanno alla base del percorso agonistico di ogni atleta: il rapporto tra genitori e allenatore.
“I genitori non devono mai togliere l’autorità all’allenatore ”
Nello sport ad alte prestazioni ci sono sempre stati d’animo in positivo e in negativo.
Quando si perde si sente un’enorme tristezza, frustrazione o rabbia, proprio come quando si vince dove ci sono emozioni di euforia per la vittoria.
Lo sport è molto bipolare perché le emozioni sono vissute molto intensamente.
“Quando i genitori fanno gli allenatori è un errore.” Afferma Patricia Ramírez ” Dobbiamo ricordarci il motivo per cui ha scelto questo sport. Lo ha scelto perché gli piace, perché si diverte. Non confondete l’obiettivo ! “
Naturalmente stiamo parlando di inizi di quella che potrebbe essere una carriera agonistica.
La motivazione deve essere collegata allo sforzo, è molto importante quindi congratularsi con la piccola atleta al termine di ogni gara, indipendentemente dal risultato ottenuto.
“Non c’è motivo di motivare il bambino a fare di più o fare cose che l’allenatore non chiede. E’ tipico trovare lamentele da genitori esaltati al termine delle competizioni. Quando il bambino le sente, si sente valutato e svalutato. E non si sente incoraggiato, quindi perde la determinazione a continuare. Chi deve correggere è l’allenatore ”, ha sottolineato la psicologa.
E’molto importante invece che i genitori sostengano la propria figlia sottolineando i valori legati allo sport, come il rispetto, la diciplina e la squadra.
Spetta all’allenatore dire se vostra figlia ha fatto bene o male in campo gara.
Certo gli argomenti trattati da Patricia Ramírez li abbiamo già sentiti e risentiti spesso, però vale la pena ogni tanto fermarci a capire se noi, come genitori, stiamo svolgendo il nostro ruolo di “sostenitori” in maniera corretta, oppure se stiamo spingendo e pretendendo troppo, se ci lamentiamo, se critichiamo il lavoro di allenatore e dei giudici …