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Cosa sta succedendo alla ginnastica svizzera?

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Le interviste al Blick e al NZZ

Lo scorso 24 giugno è uscito un articolo sul giornale svizzero-tedesco Blick nel quale vennero riportate pesanti accuse contro le allenatrici della nazionale svizzera di ginnastica ritmica: Iliana Dineva e Aneliya Stancheva. Nell’articolo in questione si parlava di maltrattamenti sia fisici che verbali, anche pesanti. A denunciare i fatti furono alcune ex-ginnaste della nazionale elvetica, costrette al ritiro nel 2018 dopo un disastroso mondiale, che le vide 25esime e con la mancata qualifica olimpica.

Una di loro disse al Blick di essere stata chiamata “mucca grassa”. Un’altra disse di essere stata costretta ad allenarsi nonostante dolori e infortuni. Infatti, secondo le allenatrici, le sue erano soltanto “sceneggiate” pur di non impegnarsi ad allenamento.

In un’ altra intervista, comparsa sabato scorso sul giornale zurighese NZZ, venne riportato dalla ex-capitana Lisa Rusconi di aver ricevuto schiaffi talmente forti da riportarne i segni. Il contenuto dell’intervista è molto forte: si parla di traumi, punizioni esemplari (come non tornare a casa nei weekend) e mobbing. Situazioni che hanno portato la ginnasta a fare uso di antidepressivi e di medicamenti per dormire. Anche Stéphanie Kälin (capitano prima di Rusconi) ha raccontato la sua difficile esperienza del quadriennio precedente. Rusconi denunciò i fatti ai vertici della STV, ma non ottenne i risultati sperati. Infatti la federazione le rispose che non potevano mandare via le allenatrici.

Qui sotto potete scaricare l’intervista completa a Lisa Rusconi e Stéphanie Kälin (in tedesco).

Nazionale svizzera al mondiale di Pesaro 2017. Foto di Nicole Guerreiro ©

La posizione della federazione svizzera di ginnastica (STV – FSG)

In un primo momento la federazione svizzera di ginnastica non volle rilasciare dichiarazioni in merito alla vicenda. Tuttavia, due giorni dopo decise a sorpresa di licenziare le due allenatrici bulgare. La federazione affermò di non essere stata a conoscenza dei maltrattamenti (in particolare di quelli legati all’alimentazione e al peso). Essa sostenne di tenere alla salute sia fisica che mentale delle atlete. Motivo per cui, decise di licenziare le due allenatrici.

Tuttavia, non è la prima volta che la STV licenzia delle allenatrici. Già nel 2013 la federazione svizzera “congedò” le allenatrici Heike Netzschwitz e Vesela Dimitrova per i medesimi motivi. Anche allora la federazione dovette aspettare lo scandalo prima prendere in mano la situazione.

Nel 2016, invece, licenziò un’altra allenatrice bulgara, Mariela Pashalieva. Solo che, a differenza delle sue connazionali, l’allenatrice non fu mandata via per i suoi metodi (che al contrario, erano gentili e rispettosi nei confronti delle atlete), ma fu mandata via per la semplice mancanza di risultati.

Le responsabilità della STV

Ma non sono solo le due allenatrici bulgare a essere sotto accusa. Infatti in molti reclamano anche le dimissioni dei vertici della federazione elvetica, come: Felix Stingelin (capo della sezione sport d’élite), Ruedi Hediger (direttore della STV-FSG), Doris Klein (direttrice del Ressort) e Anja Altdorfer (coordinatrice del settore d’élite). Essi sarebbero colpevoli di non aver agito nell’interesse delle ginnaste e di aver taciuto, o per lo meno ignorato, per anni la situazione che si era creata, già dai fatti del 2013.

Nazionale svizzera alla World Cup di Pesaro (2013). Foto di Alessandro Squassoni ©

Infatti, a causa della mancanza di rispetto da parte della STV delle norme etiche, l’ufficio federale dello sport (BASPO) decise a inizio 2019 di revocare alla ritmica il diritto di poter usufruire delle strutture del centro sportivo di Macolin. Cosa mai avvenuta nella storia della ginnastica svizzera. Il diritto fu poi riottenuto a metà dello stesso anno, ma le ginnaste non poterono comunque usufruire delle prestazioni medico-sportive del centro.

La presa di posizione della federazione bulgara

Le pesanti critiche alla STV-FSG non sono arrivate soltanto dalle ex-ginnaste e alla BASPO ma anche da Iliana Raeva, presidente della federazione bulgara. Infatti il 04.07. la stessa Raeva ha scritto una lettera molto dura nei confronti della federazione elvetica, dove difendeva l’operato e la professionalità delle sue connazionali. Parole molto dure le sue, specie perché ha parlato di discriminazione verso la cultura bulgara. Inoltre ha criticato il fatto che non è la prima volta che la STV licenzia delle allenatrici bulgare citando, per l’appunto, il caso Dimitrova (2013) e il caso Pashalieva (2016).

https://www.facebook.com/BGRGfederation/posts/3908058149265001
Lettera di Iliana Raeva indirizzata alla federazione Svizzera

Il futuro della ginnastica elvetica

Come reagirà la federazione svizzera, sarà ancora da vedere. C’è da dire che non è la prima volta che si verifica una situazione simile. Le allenatrici cambiano, ma i vertici della STV restano sempre i medesimi.

Se volete restare aggiornati sulla vicenda, o volete approfondire alcuni aspetti di questa storia, potete andare sulla pagina di Swiss RG.